Nella giornata di oggi le quotazioni delle materie prime sono in incoraggiante recupero, dopo aver attraversato la nota fase di debolezza nella giornata di ieri. Più nel dettaglio, le quotazioni petrolifere sono attualmente in una condizione di risalita, sulla scia della buona domanda negli USA: un segnale che si può facilmente evincere dalla contrazione delle scorte API, calate di 5,8 milioni di barili nell’ultima settimana.
Nonostante tale contrazione, sul mercato resta però una situazione di sostanziale eccesso d’offerta, che è un fattore che potrebbe continuare a tenere schiacciati i prezzi, come peraltro evidenziato dal netto calo (-4 per cento circa) di ieri. Sul fronte mediorientale, i Ministri degli Esteri di Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrain si sono detti rammaricati per la risposta negativa del Qatar alle loro richieste (tra cui era presente anche la chiusura della rete al Jazeera e lo stop ai finanziamenti a gruppi terroristici). Per tutta risposta Doha ha confermato di aumentare al massimo l’export di gas naturale, mossa atta ad innalzare ulteriormente la tensione nell’area.
Insomma, la situazione intorno al business petrolifero sembra essere ancora particolarmente intricata, e nelle prossime settimane difficilmente usciranno notizie confortanti in tal senso.
Nonostante gli sforzi effettuati in area OPEC per poter prolungare ancora per tutto il 2017 il taglio alle produzioni petrolifere, è anche vero che l’incremento delle attività negli Stati Uniti, il mancato rispetto delle linee di contrazione della produzione in alcuni Paesi, e le crisi mediorientali, potrebbero controbilanciare (e non solo) gli intenti del Cartello.
Vediamo comunque, per il prossimo futuro, un graduale incremento delle quotazioni del barile, sebbene al di sotto dei livelli che erano stati auspicati dall’OPEC.
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