Cinque curiosità che non conoscevi sulla Bugatti

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Bugatti è la storica casa automobilistica francese dal cuore tutto Italiano. Si caratterizza per aver saputo unire con grande maestria la bellezza estetica, la raffinatezza e lo stile sportivo oltre che per la sua storia curiosa, avvincente e piuttosto caratteristica. Che si tratti della Chiron, della Chiron sport o della Veyron 16.4 (trovate delle schede molto dettagliate su Fidelity Motori, le Bugatti sono avvolte da un’aura mitologica, quasi leggendaria. In questo articolo ripercorriamo le tappe salienti della storia della Bugatti, un’azienda incredibile ma che ha subìto numerosissime e travagliate avventure nonché il passaggio di tantissimi proprietari.

Uno spirito multiculturale

Nonostante le difficoltà e i travagli che l’hanno storicamente caratterizzata l’azienda ha sempre garantito linee esclusive e di altissima qualità. Non a caso ancora oggi il prestigioso marchio è sinonimo di esclusività e qualità indiscussa in tutto il mondo.  Ad averla resa così importante nel mondo, molto sicuramente, è stato il suo spirito multiculturale, dovuto alla pluralità di passaggi di proprietà nel corso degli anni. Questo le ha consentito di mantenere in un solo animo i tratti caratteristici del gusto francese, tedesco ed italiano contemporaneamente. In verità la Bugatti ha sempre mantenuto uno design squisitamente italiano per il quale hanno contribuito i più illustri designer del nostro Paese. Il loro contributo è stato creativo e artistico e ha conferito alle auto Bugatti quel tocco di creatività e passionalità nostrana che solo la cultura italiana può offrire.

L’animo artistico del fondatore

Molto sicuramente il maggior contributo nostrano proviene proprio dalla sua nascita, per mano di Ettore Bugatti che fonda la fabbrica storica a Molsheim, in Alsazia. La fondazione avvenne nel 1909 quando la regione apparteneva ancora alla Germania. I profondi stravolgimenti mondiali a seguito dei due conflitti, tuttavia, fecero passare l’amministrazione della regione alla Francia. Ettore aveva nel sangue un animo artistico essendo figlio di artisti e avendo lavorato come disegnatore di automobili locali come la Mathis e la Deutz.

Le guerre e la tragica perdita del figlio

Questo animo creativo si unì presto ad un’ingegneria raffinatissima con la presentazione al mondo, nel 1927, della Tipo 41 Royale. Quest’auto fu una delle più costose al mondo dato che in alcune componenti era addirittura placcata in oro.  Della Royale furono prodotti solamente tre modelli e il risultato non fu enorme. I successi arrivarono negli anni trenta con le corse anche se, ben presto, iniziarono i problemi. La morte del figlio di Ettore Bugatti durante un incidente fu la prima delle disgrazie. Difatti lo stabilimento in Alsazia fu sequestrato dai nazisti e costrinsero Ettore a disfarsi dell’azienda svalutandola alla metà.

La rinascita

Dopo la guerra Bugatti poté riavere il controllo dell’azienda ma fu difficile riprendersi da tanto dolore e da tanta devastazione per cui la chiusura fu inevitabile e avvenne nel 1952. A riprendere in mano la Bugatti fu Romano Artioli ma in pochi anni, dal 1987 al 1955 l’azienda finì presto in bancarotta. Ci riprovò la Volkswagen che, grazie all’impegno e alla maestria del suo capitale umano aziendale diede vita alla Veyron EB 16.4, una delle supercar più veloci al mondo. Con un motore da 16W e 7993 cc può raggiungere i 431 chilometri orari. Con le sue caratteristiche di potenza e alta ingegneria la Veyron è stata acclamata come l’auto del decennio.

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