La legge in vigore nel nostro Paese stabilisce che il creditore di un certo debito disponga della possibilità di agire sui beni di proprietà del debitore anche se il loro valore è superiore a quello del credito vantato. Il pignoramento può, infatti, essere eseguito per un valore pari all’importo del credito spettante, aumentato dalla metà. Ecco quindi spiegato come l’ammontare del debito possa essere superato dall’effettivo valore dei beni della persona debitrice.
Ciò viene giustificato da aspetti che interessano le procedure giudiziarie e che sfociano nel campo della salvaguardia della persona. In altri termini, la causa di questo aumento si basa sul fatto che per eseguire la procedura esecutiva il creditore deve avere sostenuto delle importanti spese legali, aumentate anche degli interessi relativi.
Il valore che si aggiunge al debito naturale serve quindi per coprire queste spese e per permettere che il creditore riacquisti il suo credito senza essere sottoposto a spese di natura aggiuntiva, quali gli interessi e il pagamento dei legali che si sono occupati del caso. Queste spese spettano, giustamente, alla figura del debitore in quanto egli ha contratto un debito che non ha saputo onorare.
In alcuni casi, i pignoramenti dei beni che vanno a sanare un debito presentano un valore molto più grande rispetto al debito stesso. Cosa accade in questa situazione? Solitamente il bene in possesso del debitore viene messo all’asta per estinguere il debito e il capitale ottenuto viene impiegato per sanare il debito. Il denaro deve coprire l’ammontare del debito, le spese legali e gli interessi maturati, mentre le somme che eccedono vengono restituite al debitore.
Questo avviene nel caso di un debito estinto con il pignoramento dei beni. E nel caso di conti correnti? In questa fattispecie, le somme che superano il credito sono sbloccate e rientrano nella piena disponibilità del debitore.
Lascia un commento