Scoprire l’origine della vita o, per lo meno, da dove “arriviamo”, sembra essere il sogno di tutti gli scienziati. E proprio per cercare di dare una mano all’ambiziosa risposta, la Nasa ha lanciato la sua missione Osiris, partita da Cape Canaveral con l’obiettivo di raggiungere un asteroide, prelevare un campione della sua polvere e riportarlo a Terra nel 2023. Una missione spaziale di grande rilievo e di grande complessità, con un tema “egizio”: l’asteroide prescelto tra i più interessanti si chiama infatti Bennu, come una divinità egiziana, è grande mezzo chilometro e ha un’orbita simile a quella della Terra.
Partita qualche giorno fa da Cape Canaveral, Osiris tra due anni arriverà a volare in formazione con Bennu, per poi avvicinarsi gradualmente al suo obiettivo. Senza atterrare, sfiorerà per qualche secondo la sua superficie, tirando fuori una sorta di aspirapolvere di 3 metri che permetterà di raccogliere un paio di etti della polvere dell’asteroide, cercando di arrivare a toccare e scavare per qualche millimetro sotto la superficie. Il campione di polvere rimarrà ben chiuso in una capsula sigillata, che prenderà la strada del rientro. Nel 2023, a sua volta, Osiris arriverà vicino alla Terra e sgancerà il prezioso contenuto, prima di rientrare nel deserto dello Utah.
Nell’ipotesi in cui tutto vada bene (i dubbi purtroppo sono molti, considerati i rischi della missione) la povere di asteroide dovrebbe arrivare intatta in un laboratorio sterile che può analizzare il materiale senza alterarlo. Molte le ipotesi su ciò che si potrà trovare. Ma, di questo, ci si occuperà solo a partire dal 2023…
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