Con la crisi attuale è in molti casi necessario chiedere prestiti in denaro, sia che ci si trovi a gestire una società, sia che si debba far fronte alle spese familiari. Risulta spesso vincolante sapere come muoversi quando si parla di cancellazione protesti, in modo da riuscire a concretizzare il prestito.
Come si elimina un protesto? Ecco qualche indicazione utile al proposito.
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Pagare quanto dovuto: per cancellare un protesto è necessario prima di tutto pagare quanto dovuto. Nel caso di un assegno scoperto risulta quindi obbligatorio versare la cifra corrispondente.
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Richiesta di riabilitazione al Tribunale: cancellare il proprio nome dall’elenco dei cattivi pagatori implica una richiesta di riabilitazione al Tribunale. Questa istanza dovrà contenere specifici documenti, ossia i seguenti: copia di un documento d’identità valido dell’iscritto, copia dell’atto di protesto, titoli protestati (in forma originale), visura aggiornata dei protesti (questo documento è disponibile presso la Camera di Commercio del proprio Comune di residenza).
Cosa fare se il protesto riguarda una società e non una persona fisica? Solo presentare i medesimi documenti sopra citati, però farlo tramite il proprio legale rappresentante.
Che tempistiche bisogna considerare quando si parla di cancellazione di protesti? Per attivare l’istanza si dispone di massimo 5 anni di tempo. Qualora si dovesse ricevere risposta negativa, risulta possibile presentare ricorso entro e non oltre i 10 giorni dalla succitata replica.
Una volta completati questi passi è necessario presentare domanda alla Camera di Commercio. L’istanza deve essere presentata su un modulo ad hoc e corredata di marca da bollo da 14,62 euro. Solo dopo questo step la Camera di Commercio potrà, trascorsi 20 giorni dalla presentazione della domanda, operare la cancellazione del nome del soggetto dal bollettino dei protesti, chiarificandone l’avvenuta riabilitazione, e togliendo il suo riferimento dall’elenco dei cattivi pagatori.
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