Ferrari, venduta all’asta la Daytona ritrovata in un fienile

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Dei 1200 esemplari di Ferrari Daytona 365 GTB/4 prodotti dal 1969 al 1973, solo 5 furono costruiti in versione da competizione, con carrozzeria leggera in alluminio. Per un ordine speciale, venne aggiunta una versione stradale con le stesse caratteristiche.

 

Questo esemplare, dopo 40 anni di letargo in un fienile giapponese, è stato riportato a “casa”, a Maranello, e venduto per 1,6 milioni di euro all’asta organizzata da RM Sotheby’s durante la celebrazione dei 70 anni del Cavallino Rampante a Fiorano.

 

Come era lecito aspettarsi, le cifre dell’asta hanno infranto ogni record, a conferma del valore del marchio. Il primato è andato a una Ferrari Aperta, battuta per 8,3 milioni (devoluti in beneficenza a Save the Children per progetti di scolarizzazione in Africa e Asia). Si tratta di un record per un’automobile del ventunesimo secolo. Cifre da capogiro anche per la Ferrari 250 GT swb Berlinetta Competizione seconda serie del 1960, venduta a 7 milioni e 350 mila euro, e per la 250 GT LWB California Spider del ‘59 (7 milioni).

 

Ma i riflettori, inevitabilmente, erano tutti puntati sulla Daytona ritrovata in Giappone e sulla sua curiosa storia. Non è la prima volta che auto d’epoca, anche di valore, vengono ritrovate come tesori dimenticati e riportate alla luce. Notizie eccezionali che ogni volta scaldano il cuore degli appassionati e accendono i desideri dei collezionisti: basta una buona sabbiatrice professionale per tirare a lucido la carrozzeria. Ma il caso di questa Daytona ha davvero dell’incredibile, trattandosi di un esemplare unico al mondo.

 

Prodotto nel giugno del 1969, con il telaio commissionato da Luigi Chinetti per correre la 24 Ore di Le Mans, l’esemplare “stradale” della Daytona 365 GTB/4 viene acquistato a settembre dello stesso anno da Luciano Conti, editore del Guerin Sportivo e di Autosprint, oltre che celebre amico-nemico di Enzo Ferrari. Nel ‘70, la vettura passa di mano, prima a Guido Maran di Verona, poi all’industriale Carlo Ferruzzi di Ravenna. L’anno seguente, la Daytona lascia l’Italia in direzione Giappone.

 

Nel Sol Levante la splendida berlinetta, protagonista del fascicolo di gennaio 1972 della rivista Car Graphic, diventa subito celebre. In sette anni passa nelle mani di Goro Guwa di Gifu, Tateo Ito di Nagoya – entrambi apportano alla vettura una serie di modifiche estetiche minori – e, infine, Makoto Takai. Da questo momento in poi si perdono le sue tracce e la vettura passa nel dimenticatoio. Letteralmente, visto che il collezionista la tiene gelosamente nascosta in un fienile di campagna. Riscoperta quasi per caso 40 anni dopo, in condizioni estetiche non certo impeccabili, la Daytona è stata sottoposta all’esame di Marcel Massini, noto esperto del Cavallino, il quale ha confermato la sua “identità” dopo aver verificato la corrispondenza coi registri di fabbrica.

 

Il resto è storia recente. Ancora impolverata, ma in buone condizioni generali, la 365 GTB/4 è stata venduta ad una cifra record, considerato che per 40 anni non ha avuto alcuna manutenzione. C’è da scommetterci, difficilmente il nuovo proprietario la nasconderà in una stalla.

 

 

 

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